Scopri quali sono i problemi, i fastidi e le patologie più frequenti che colpiscono i nostri piedi per prevenirle e superarle più in fretta
Conoscere i nostri piedi è fondamentale per scoprire non solo quali sono le patologie più comuni che li affliggono ma, soprattutto, per comprendere al meglio come superare queste patologie nel modo migliore e nei tempi più rapidi. Iniziamo quindi con una breve panoramica sul piede per poi addentrarci nello specifico.
Il nostro Piede è un capolavoro unico di architettura biomeccanica. Conta ben:
- 26 ossa
- 33 articolazioni
- 114 legamenti
- 20 muscoli
- 000 ghiandole sudorifere
Tutto questo in una parte del copro che utilizziamo tutti i giorni e sollecitiamo tantissimo, ma che spesso ci dimentichiamo di avere (almeno fino a quando non iniziano i dolori e le patologie).
Il piede presiede alla stabilizzazione della posizione eretta, alla propulsione ed al movimento, all’adattamento della marcia sul terreno e alla coordinazione della postura. Quando vi sono alterazioni posturali emergono disordini, che si possono definire da sovraccarico.
Tutto il nostro equilibrio comincia sempre da lì.
Il nostro piede è un organo complesso e importante che merita attenzione e studio almeno quanto altri organi che oggi sono seguiti da specifiche discipline mediche (la bocca – le orecchie – il naso). Paradossalmente proprio il fatto di essere all’estremità del corpo invece di diminuire l’importanza, l’aumenta.
Nonostante sia caricato di tanto lavoro e di responsabilità il piede viene spesso considerato sede di patologie minori, mentre è ormai provato che queste possono essere l’inizio o addirittura il sintomo in atto di patologie più complesse e più gravi.
Un appoggio scorretto si ripercuote non solo sul piede, ma anche sul ginocchio e su tutta la colonna vertebrale, determinando tensioni ed alterazioni che possono essere causa di dolori quali cefalea, sciatalgia, mal di schiena e dolore alle gambe; per questi motivi, la ricerca della corretta postura è fondamentale.
Di quali patologie dei piedi parliamo?
Citiamo alcune delle più frequenti e conosciute patologie che affliggono il piede, che coinvolgendo anche altre parti del corpo, provocano squilibri posturali:
Quindi conosciamole meglio nello specifico.
1) METATARSALGIA
La metatarsalgia è un disturbo del piede, caratterizzato da una sensazione dolorosa in corrispondenza delle ossa metatarsali (che nel loro insieme formano il cosiddetto avampiede). Le ossa metatarsali sono le ossa lunghe del piede. Si trovano tra le ossa che formano la caviglia (ossa tarsali) e le ossa delle dita (falangi). La metatarsalgia è uno stato doloroso che colpisce le teste dei metatarsi ed è provocata dalla compressione del nervo plantare digitale. A scatenarne la comparsa, di solito, interviene un insieme di fattori, i quali, se presi singolarmente, difficilmente provocherebbero la stessa sintomatologia dolorosa.
CAUSE
- Le cause della metatarsalgia spesso coincidono con un eccesso di attività di carico come correre, saltare o camminare.
- Frequentemente è causa dell’ utilizzo di scarpe non sufficientemente “comode”, cioè eccessivamente strette in punta o che caricano in modo eccessivo il peso del corpo sull’avampiede (ad es. calzature con tacco molto alto).
- La metatarsalgia può inoltre insorgere come localizzazione al piede di malattie di tutto l’organismo, come l’artrite reumatoide o il diabete, dove può portare alle ulcerazioni della pianta;
- Può essere associata a deformità come l’alluce valgo e le dita a martello o a malattie dei nervi del piede, come il neuroma di Morton.
SINTOMI
La metatarsalgia provoca bruciori oppure forti dolori intermittenti a metà del piede, in corrispondenza delle teste metatarsali. Nelle fasi acute il dolore rende intollerabile la deambulazione e la funzionalità e la sensibilità dell’avampiede e delle dita può essere compromessa. Visivamente inoltre, dà luogo a quella tipica callosità plantare (ipercheratosi), assai spessa, che si forma nella parte anteriore del piede, al centro della pianta.
La metatarsalgia può comparire in maniera graduale, ma anche in modo del tutto improvviso. La comparsa graduale è comune nei casi di sovrappeso/obesità, artrite reumatoide e deformità dei piedi. L’insorgenza improvvisa, invece, è più frequente tra coloro che decidono di cambiare radicalmente qualche loro abitudine quotidiana, per esempio passando da una vita sedentaria a un’attività sportiva intensa, oppure cominciando a indossare ogni giorno dei tipi di scarpe mai calzate in precedenza.
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2) NEUROMA DI MORTON
Il “Neuroma di Morton”, conosciuto anche come metatarsalgia di Civinini-Morton, indica una sindrome nevralgica per coinvolgimento lesionale di uno dei nervi digitali plantari comuni del piede.Si tratta di un aumento di volume provocato da un’irritazione cronica di uno dei nervi interdigitali dei piedi, quasi sempre quello che passa fra il terzo e il quarto dito. Interessa in particolar modo i soggetti di sesso femminile di età compresa tra i 25 e i 50 anni.
CAUSE
Le cause primarie dello sviluppo del neuroma di Morton sono tuttora sconosciute. È però accertato che alcuni fattori scatenanti possono favorire e accentuare il disturbo.
Questi i principali:
- uso di calzature non adeguate (per esempio, nelle donne, l’indossare per molto tempo scarpe con tacchi a spillo o con le punte eccessivamente strette);
- scompensi di tipo posturale;
- disturbi a livello neurologico;
- alluce rigido;
- alluce valgo;
- ipercarico dell’avampiede;
- alterazioni morfologiche del piede (come piede cavo e piede piatto);
- artrite reumatoide;
- microtraumi al piede, leggeri, ma ripetuti; allenamenti su superfici non idonee (soprattutto negli atleti che praticano il fondo).
SINTOMI
La sintomatologia del neuroma di Morton è abbastanza caratteristica. Il dolore, di tipo nevralgico è di notevole intensità. Si avvertono bruciore, la sensazione di scossa elettrica e l’impellenza di togliere la calzatura. Con il tempo il dolore diventa costante, soprattutto quando si cammina, si sta in piedi per molto tempo, si indossano scarpe strette o tacchi alti, o quando si praticano attività sportive che sollecitano la compressione del nervo interdigitale. Le donne tra i 45 e i 60 anni sono in genere più colpite da questo tipo di patologia al piede.
3) FASCITE PLANTARE
Come si può facilmente intuire dal nome, la fascite plantare è una patologia che riguarda i fasci fibrosi della pianta del piede. Si tratta di un’infiammazione delle fibre che stanno sotto il piede. Naturalmente molto spessi e resistenti, questi fasci possono però essere soggetti a stress insopportabili. Il calcagno è infatti l’osso più grande del piede ed è anche quello maggiormente sollecitato. Le fibre del fascio plantare si attaccano al tallone e si allacciano alle dita. Si tratta di un disturbo molto comune tra i runner e tra chi pratica molta attività fisica e che può avere cause e sintomi molto diversi.
CAUSE
- Un’eccessiva sollecitazione del tallone provoca un’infiammazione nell’inserzione dei fasci o, peggio, lungo tutta la loro estensione, quindi la pratica di alcune attività sportive come la corsa, il basket, il tennis e il calcio, che sollecitano molto il legamento arcuato del piede.
- La presenza di particolari conformazioni del piede che possono portare a camminare in una maniera scorretta (come il piede piatto o il piede cavo).
- L’utilizzo di scarpe non adatte, come ad esempio quelle con la suola piatta, che non forniscono il giusto supporto al legamento arcuato del piede, oppure scarpe con i tacchi alti, che favoriscono la retrazione del tendine d’Achille (dando vita, in entrambi i casi, a un eccessivo stress del tallone e del legamento arcuato).
Altri fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare la fascite plantare sono:
– l’età (questo disturbo è più comune tra i 40 e i 60 anni);
– la presenza di sovrappeso o obesità;
– lo svolgimento di mansioni lavorative che costringono a stare in piedi per molte ore del giorno.
SINTOMI
La fascite plantare è una delle cause più comuni di tallonite. Il dolore è generalmente più acuto al mattino, quando ci si alza dal letto. Dopo aver effettuato i primi movimenti tende a diminuire, per riacutizzarsi dopo essere stati seduti a lungo.A volte compare come un dolore acuto e intenso al centro del tallone, altre volte il dolore si origina al centro della pianta del piede e continua fino alle dita, altre volte ritorna “indietro” e risale fino alla gamba. Anche l’andamento temporale del dolore può essere molto diverso: nei casi più leggeri è un dolore non acuto che permane per tutta la durata della corsa ma che, essendo a bassa intensità, permette comunque di correre. Altre volte è così intenso o localizzato da impedire non solo la corsa, ma anche la camminata.
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4) SPINA / SPERONE CALCANEARE
La spina calcaneare, o sperone plantare, è un’eccessiva crescita dell’osso del tallone. La struttura interna della spina è davvero una neoformazione ossea: solo la porzione più sporgente è fatta per lo più di cartilagine. La presenza dello sperone altera i tessuti circostanti, che mostrano evidenti segnali di infiammazione e, nei casi più gravi, anche di infiltrazioni calcaree.
L’osso calcaneare è quello definito comunemente come “calcagno”: la porzione che forma il tallone e la base posteriore del piede. La formazione dello sperone è sempre localizzata a livello del tallone, ma l’infiammazione che ne origina e il dolore interessano tutta la pianta del piede. Inoltre, ne risente sia il movimento in camminata che l’eventuale attività sportiva svolta.
Esistono due tipologie principali di spina calcaneare:
La spina calcaneare inferiore e la spina calcaneare posteriore. Come si può intuire dai nomi delle due tipologie, l’elemento che distingue le due condizioni è la localizzazione dell’osteofita sul calcagno.
Spina calcaneare inferiore: l’ecrescenza risiede sulla pianta del piede, al di sotto del calcagno, precisamente a livello del punto d’inserzione della fascia plantare.
Nella maggior parte dei casi, tale condizione è associata a fascite plantare.
Spina calcaneare posteriore: l’osteofita risiede nella parte posteriore del calcagno, a livello dell’inserzione del tendine d’Achille. Di norma, è visibile anche a occhio nudo. Molto spesso, tale condizione è associata a un’infiammazione del tendine d’Achille.
CAUSE
- In questa, come in tante altre condizioni più o meno gravi che coinvolgono i piedi, la causa principale va ricercata nelle postura e nello stato di salute fisica generale.
- Il sovrappeso e l’obesità, ad esempio, sono due condizioni fisiche personali che stressano particolarmente i piedi, poiché conducono ad assumere in camminata una postura assolutamente sbagliata: in genere, questi pazienti conducono anche una vita piuttosto sedentaria.
- Anche gli sportivi, soprattutto chi sollecita molto il piede con attività tipo corsa o continui saltelli, sono soggetti a rischio di sviluppare la spina calcaneare. La preparazione atletica andrebbe abbinata alla ginnastica posturale, perché è proprio il corretto movimento di appoggio e spinta la migliore prevenzione.
SINTOMI
Il disturbo si presenta sotto forma di fitte o punture: ogni situazione che preveda appoggio e carico diventa fastidiosa, provocando un intenso peggioramento del dolore che da sordo si fa acuto e a ogni passo.
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5) ALLUCE VALGO
L‘alluce valgo è una deformità a carico del 1° dito e più precisamente della prima articolazione metatarso-falangea del piede, riscontrabile più frequentemente nella donna che nell’uomo. In genere, questa deformità è accompagnata da una tumefazione dolente della parte interna del piede, la cosiddetta “cipolla”, che altro non è che una forma di borsite, cioè di infiammazione da sfregamento con la calzatura.
L’età più colpita è quella tra i 40 ed i 60 anni, ma negli ultimi tempi si è notato un aumento di questa patologia in pazienti più giovani, intorno ai 25-30 anni. Si accompagna spesso ad altre patologie tra le quali la più frequente è il dito a griffe (più comunemente definito a martello). Chi soffre di alluce valgo, oltre che nella zona della “cipolla”, prova dolore sotto carico nella pianta del piede.
CAUSE
L’alluce valgo è spesso causato da una ereditaria alterazione della struttura del piede. Sebbene le scarpe in se non siano dimostrate come causa assoluta della deformità, spesso rappresentano il motivo per una rapida progressione della stessa.
La patologia dell’alluce valgo può essere congenita ( dalla nascita) , ereditaria (presenza della patologia in familiari) o può svilupparsi col tempo, ad esempio, se si utilizzano scarpe con tacco alto e punta stretta, o in seguito a traumi e infiammazioni del piede.
Altre cause dell’alluce valgo possono essere delle malformazioni congenite, problemi di peso, di postura e di tono muscolare, oltre ad alcune forme di artrite.
SINTOMI
Non tutti i casi di alluce valgo producono gli stessi sintomi. Ma c’è un denominatore comune, per tutti coloro che ne sono colpiti, ed è la presenza del dolore. Un dolore che può essere variabile, perché in alcuni casi si lamenta uno stato doloroso localizzato sotto al secondo dito, più che all’alluce, mentre in altri casi si avvertono delle scosse di dolore intenso pur in assenza di una deviazione ossea evidente e infine alcuni denunciano deformità non solo all’alluce, ma anche alle altre dita.
I sintomi quindi sono:
- Affaticamento
- Dolore (all’alluce o alle altre dita)
- Deformazione ossea
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6) DITA A MARTELLO
Si tratta di una patologia che colpisce il piede e a volte anche la mano. Si manifesta attraverso una deformità delle dita del piede (maggiormente il 2°, il 3° e il 4° dito) che a volte assume un aspetto curvo simile ad un martello e a volte un aspetto a forma di artiglio.
La causa scatenante è dovuta ad uno squilibrio dei muscoli presenti nel piede e la deformità può comparire da sola, oppure a volte si associa ad altre patologie come il piede cavo, alluce valgo o il piede reumatico.
Il dolore si manifesta a causa del conflitto fra la deformità e la calzatura, per cui si formano sul dorso del dito delle callosità, che nei casi più gravi possono ulcerarsi.
Per curare le dita a martello è fondamentale intervenire non appena ci si accorge di avere un difetto alle dita del piede; soltanto nei casi più gravi è necessario intervenire chirurgicamente.
CAUSE
La patologia del dito a martello è dovuta ad uno squilibrio dei muscoli presenti nel piede che spesso è causato da un evento traumatico; la deformità può comparire da sola, oppure a volte si associa a altre patologie come:
- piede cavo
- alluce valgo
- piede reumatico
Un’altra causa che può favorire lo sviluppo della malattia è l’utilizzo di collant troppo corti o dei fantasmini quando si indossano scarpe strette e tacchi alti: il piede non ha lo spazio a sufficienza per distendersi e per questo motivo tende a flettersi formando un angolo.
SINTOMI
Alcuni sintomi correlati alla deformazione delle dita, sono:
- difficoltà di deambulazione
- dolore
- difficoltà ad indossare calzature normali
- artrosi
- callosità
7) TALLONITE
Il termine tallonite indica una serie di problematiche che coinvolgono il tallone. La patologia si caratterizza per un’infiammazione localizzata in corrispondenza del calcagno definita anche come talalgia plantare, tallodinia o dolore calcaneare. Le cause della tallonite possono essere tante, così come le possibili cure.
A soffrire di tallonite sono per lo più gli sportivi, la cui tendenza a sollecitare in maniera energica la regione bassa del corpo e gli arti inferiori tende a delegare alle gambe il maggior carico e quindi il più alto rischio di infortunio. Questo tipo di infortunio è tuttavia riscontrabile in qualsiasi categoria di individuo, soprattutto in presenza di alcuni fattori in grado di favorirne l’insorgere come un errata scelta delle calzature.
CAUSE
Quella dell’errata scelta della calzature è una delle cause possibili per l’infortunio noto come tallonite. Soprattutto in caso di pratica sportiva intensa e regolare la protezione del tallone risulta essenziale per ridurre il rischio di tale problematica.
Una patologia che può tuttavia presentarsi ugualmente in caso di trauma di particolare entità, così come in presenza dello “sperone calcaneare“, una crescita fuori norma del tratto osseo nell’area del calcagno. Lo sperone calcaneare ha origine al centro del tallone e tende a orientarsi verso le dita. Tale anomalia non esaurisce tuttavia le possibili cause di tallonite, che possono essere di natura infiammatoria (come la fascite plantare o una tendinite dell’achilleo) oppure legate a disturbi metabolici come la gotta, l’artrite reumatoide e altre patologie di carattere reumatico.
SINTOMI
La sintomatologia della tallonite è piuttosto semplice, quanto fastidiosa e debilitante: il dolore al calcagno, che risulta di solito più intenso al mattino o dopo che si è trascorso un lungo periodo di riposo. È poi da come questo si manifesta che possono ricavarsi alcune preziose indicazioni per identificare l’esatta causa del problema e procedere di conseguenza alla scelta della cura più opportuna.
Qualora il dolore si presenti più orientato verso il lato interno del tallone e sia più localizzato è possibile che il problema vada a originare in una fascite plantare o in problematiche legate allo sperone calcaneare. Se invece si presenta come più diffuso e rivolto verso l’esterno allora ci si potrebbe trovare di fronte a una tendinite dell’achilleo.
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8) TENDINITE
La tendinite è un processo infiammatorio che coinvolge uno o più dei 267 tendini presenti nel corpo umano. Tale infiammazione è comunemente causata dalla ripetizione cronica di microsollecitazioni che a lungo andare alterano la normale struttura delle fibrille.
Quando un tendine è sollecitato oltre il limite di sopportazione fisiologica, le fibrille che lo compongono subiscono delle lesioni più o meno ampie. Tali lacerazioni vengono riparate spontaneamente ma le nuove cellule formeranno un tessuto più vascolarizzato, disorganizzato e per questo meno resistente dell’originale.
CAUSE
Nella stragrande maggioranza dei casi (97%) le degenerazioni tendinee sono causate dalla ripetizione continua di microtraumi (sovraffaticamento).
Insorge solitamente in seguito a:
- sovraccarico funzionale: aumento della frequenza e dell’intensità degli allenamenti
- calzature non adeguate
- corsa su terreni sconnessi o particolarmente duri, scivolosi o troppo soffici come la sabbia
- errata esecuzione tecnica dell’esercizio
- squilibrio tra forza muscolare e resistenza tendinea (frequente in chi assume steroidi anabolizzanti)
- mancanza di riscaldamento globale e specifico
- ripresa precoce degli allenamenti dopo un infortunio
- squilibri e difetti posturali
9) PIEDE PIATTO
Il piede piatto è un’alterazione di tipo morfologico del piede caratterizzata da valgismo del retropiede e da una riduzione della cosiddetta volta plantare. Alla nascita tutti soffrono di questa patologia; nella prima infanzia infatti il piede è costituito in prevalenza da grasso sottocutaneo, i muscoli sono deboli, i legamenti sono ancora lassi e si ha una fisiologica deviazione del calcagno verso l’esterno. Trascorsi pochi anni (mediamente 5 o 6), si assiste a un progressivo assetto del retropiede, che si sposta verso l’interno, e a un progressivo sviluppo della volta plantare.
Possiamo suddividere in 3 stadi la gravità del piede piatto.
I stadio: pur essendo molto ridotto, l’arco longitudinale è ancora presente. La funzionalità del piede risulta normale, in special modo se esso non è sottoposto ad alcun carico.
II stadio: l’arco longitudinale non è più visibile. Ed è in questo stadio che compare la sintomatologia dolorosa e inizia un’alterazione morfologica del piede
III stadio: L’arco longitudinale è completamente mancante e si ha la convessità del bordo mediale del piede.
CAUSE
La causa principale del piede piatto è da attibuirsi ad una situazione scheletrica, morfologica del piede, già presente in età infantile e nell’adolescenza. In realtà il piattismo non rappresenta una patologia in se per sè, infatti solo una piccola parte dei pazienti che ne sono affetti lamentano una sintomatologia dolorosa.
Tra i possibili fattori che possono favorire l’insorgenza del piede piatto troviamo:
- Traumi al piede o alla caviglia
- L’obesità e il sovrappeso
- L’utilizzo di calzature inadeguate
- Abitudini posturali errate
- Predisposizione genetica
SINTOMI
All’inizio la sintomatologia del piede piatto non è particolarmente fastidiosa, anche se chi è affetto da piede piatto può affaticarsi più facilmente di altri quando cammina o mantiene la stazione eretta. Progressivamente si inizia ad avvertire la presenza di dolore che dal piede può estendersi fino al polpaccio. Man mano che il tempo passa, il dolore diventa più intenso e cominciano a essere visibili le alterazioni di tipo morfologico; si avvertiranno quindi sempre maggiori difficoltà al momento di eseguire movimenti di flessione e supinazione del piede.
È da sottolineare il fatto che, proprio a causa delle modificazioni morfologiche tipiche del piede piatto, aumentano le probabilità che si presentino nel tempo problemi di tipo artrosico. Generalmente, vista la sua iniziale asintomaticità, il piede piatto viene diagnosticato solamente nel momento in cui si verificano problemi di postura o se i movimenti provocano dolore.
I sintomi principali sono:
- dolore ai piedi
- dolore alla caviglie
- dolore alla ginocchia e iperpronazione
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10) PIEDE CAVO
Il piede cavo è una patologia più diffusa del piede piatto, più frequente nelle donne. Viene classificato in diversi modi, a seconda della causa, del tipo di deformità del piede e dal grado accentuazione dell’arco plantare. Quella del piede cavo è una malformazione, congenita o acquisita, caratterizzata da un’esagerata concavità dell’arcata plantare. È il contrario del piede piatto: l’area d’appoggio è limitata alla parte anteriore e al calcagno e la parte mediana è rientrante più del dovuto. La conseguenza diretta più importante è un sovraccarico dell’avampiede e del retropiede dove è concentrato il carico.
CAUSE
La causa del piede cavo congenito è la familiarità, vale a dire una predisposizione genetica che accomuna altri familiari e che può essere legata a uno sviluppo imperfetto (displasia) dell’articolazione.
- Può essere anche provocato da cause non patologiche come calzature troppo corte o con tacchi troppo alti che possono piegare a uncino le dita e incavare in modo esagerato l’arco plantare. Anche alcune attività sportive possono comportare l’accentuazione eccessiva dell’arco plantare.
- Il piede cavo predispone a varie problematiche: la ridotta superficie di appoggio provoca un sovraccarico sull’avampiede e sul calcagno, con formazione di callosità, retrazione dei tendini, varismo del retropiede, instabilità della caviglia e cattiva circolazione periferica.
Quando il grado di cavismo è molto accentuato, si possono presentare metatarsalgie da sovraccarico, fasciti plantari, spine calcaneari, tendinopatie e borsiti.
SINTOMI
Il segno del piede cavo è un arco plantare accentuato, che condiziona la deambulazione della persona. Altri sintomi sono arrossamento e ispessimento della cute nella parte esterna del piede, che diventa dura e callosa.
Le forme lievi di piede cavo sono generalmente asintomatiche. Le forme più gravi possono provocare:
- Fasciti plantari
- Talloniti
- Tendiniti achillee
- Callosità dolorose
- Difficoltà a calzare scarpe normali
- Artrosi
Conclusioni
In questo lungo articolo abbiamo esaminato insieme quali sono le patologie dei piedi più diffuse e, soprattutto, abbiamo visto come riconoscerle. Le patologie che affliggono i nostri piedi possono essere tante e alcune davvero molto fastidiose e dolorose.
Ecco perché non dobbiamo mai trascurare l’importanza che rivestono i plantari come strumento di prevenzione, risoluzione e di correzione per tutte queste problematiche dei nostri piedi.
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Simone
Buongiorno dopo rottura V metatarso del piede destro e ingessatura di un mese e mezzo ho inziato ad avere un fastidio alla quarta falange del medesimo piede, in pratica sento come una scossa con determinate calzature quando cammino e nel fare il movimento di alzare le dita dei piedi contemporaneamente, si vede (non sempre) alla base della quarta falange uno spostamento involontario della falange verso sinistra, di cosa si potrebbe trattare?
De Biasio
Salve Simone ti abbiamo inviato una mail 🙂
marika remondelli
mi fa molto male la caviglia e sotto il piede
De Biasio
Ciao Marika per darti un consiglio è necessario avere qualche informazione in più; puoi inviarci una mail con maggiori dettagli o telefonare al numero 0577327085 in modo da poter capire meglio cosa consigliarti. In alternativa ti suggerisco di fare il test online gratuito, in modo da avere una visione più dettagliata del problema
Resto a tua disposizione
Laura
Alessandra
Salve. Ho piede cavo e fascite plantare. Che tipo di plantare mi consiglia? Poi ho un altra domanda. I vostri plantari entrano nelle scarpe con tacco di 3 cm ??? Attendooo
De Biasio
Salve Alessandra la fascite probabilmente è generata dalla postura scorretta, quindi puoi già risolvere utilizzando i plantari per piede cavo che servono proprio a correggere l’appoggio errato del piede. I plantari per fascite sono maggiormente specifici, in quanto lavorano proprio sulla fascia plantare, però a differenza dei plantari per piede cavo sono un pò più spessi.
Per quanto riguarda le calzature posso dirti che di norma i plantari anatomici sono piuttosto sottili, quindi non creano problemi ad entrare nelle scarpe, ovviamente dipende dalla tipologia di calzature; quelle con punta stretta, mocassini o décolleté non sono abbastanza ampie per contenere un plantare, quindi va bene una scarpa con tacco di 3cm purché abbia la possibilità di estrarre la soletta esistente.